lunedì 28 novembre 2011

Depo-provera...la pillola "Anti-Messico"

Qualche settimana fa (esattamente il 14 novembre) nel quotidiano spagnolo El Pais è uscito un interessante articolo del giornalista nicaraguense C. Salinas Maldonado riferito al drammatico cammino che migliaia e migliaia di cittadini centroamericani (ma non solo... a New York ho avuto modo di conoscere immigrati che erano arrivati negli States camminando addirittura dall'Equador!) intraprendono per inseguire “il loro sogno americano”. E l’articolo pone l’attenzione su come una parte consistente di questo stormo perpetuo è rappresentata da donne, e come i   loro i pericoli e i loro  drammi sono molto maggiori rispetto a quelli a cui incorrono gli uomini.
Nell’articolo Maldonado ci racconta dell’esperienza della cineasta salvadoreña Marcela Zamora, che ha fatto per quattro volte andata e ritorno il tragitto della speranza che ogni giorno percorrono migliaia di centroamericani. Dalla questa sua esperienza è scaturito  il suo interessante documentario “Maria en tierra de nadien”.
E le donne che intraprendono questo viaggio già sanno i rischi di violenza sessuale ai quali vanno incontro. Secondo Argan Aragno, uno specialista in migrazione che ha fatto il tragitto dei migranti e sta facendo un dottorato in sociologia alla Sorbona dalle 6 alle 8 donne su dieci sono stuprate durante il tragitto, o devono comunque ricorrere a “favori sessuali” per avere facilitata la vita durante quest’ odissea che forse le porterà negli Stati Uniti e dove forse riusciranno a costruirsi un futuro migliore. Gli abusi di cui sono vittime provengono essenzialmente dai Coyotes o Polleros e cioè i malavitosi che gestiscono il traffico di uomini, gli assalitori che aggrediscono con sistematicità i migranti in cammino e anche le autorità messicane che le estorcono pagamenti in natura. E nessuno si preoccupa delle migranti. Ecco che loro si autorganizzano:
Alcune con scorte di preservativi, che le preservano dalle malattie e dall’inseminazione ma difficilmente un violentatore o un estorsore permette alla donna di infilargli il preservativo….. altre magari più giovani carine e sexy si trovano un marito per il viaggio….. offrono le loro prestazioni sessuali e la loro femminilità ad altri migranti o direttamente ai polleros in cambio di protezione…. ma ultimamente invece, moltissime ricorrono ad iniezioni di Depo-provera, un composto anticoncezionale di un solo ormone chiamato medroxiprogesterona che impedisce il rilascio dell’ovulo per tre mesi con un’efficacia che arriva fino al 97%. E’ un medicinale venduto liberamente nelle farmacie centroamericane. Ovviamente così, le donne  non impediscono il pericolo di malattie ma con un ottimo margine  riescono comunque a scongiurare il pericolo di una non voluta gravidanza.
 Mi è venuta voglia di approfondire cosa è il Depo-provera. E risulta che è un medicinale che anche se può essere usato come anti concezionale è comunque concepito come “terapia palliativa del carcinoma dell'endometrio metastatizzato ed inoperabile e del carcinoma mammario ormonodipendente in fase avanzata in donne in post-menopausa” (così come scritto nel foglietto illustrativo del prodotto). Dato che la sua assunzione non controllata può provocare tromboflebiti, insufficienze epatiche e aumentando il rischio di osteoporosi deve quindi essere  integrata da calcio e vitamina D, si capisce come la sua somministrazione è opportuna  accompagnata  un  attento controllo medico. E come anticoncezionale, anche se con un elevato tasso di efficacia, è comunque contro indicato dai medici dato sono state rilevate importanti alterazioni del ciclo mestruale con rischio di sterilità.
 Ma ormai quest’anticoncezionale fai da te, così efficace e di facile accesso ma anche così poco indicato, si è tanto diffuso tra le donne che iniziano quel lungo, pericoloso e drammatico percorso migratorio. Così diffuso che è stato ribattezzato “la pillola anti-Messico”.
  Gabriele Morandi

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