sabato 17 dicembre 2011

In Messico la polizia spara su gli studenti e uccide due ragazzi


Lo scorso lunedì 12 dicembre intorno alle 11,45, circa 500 studenti della Normal Raùl Isidro Burgos hanno bloccato l’autostrada Città del Messico-Acapulco e la strada federale all’altezza di Chilpachingo, la capitale dello stato del Guerrero.
Gli studenti chiedevano un incontro con il governatore dello Stato Ángel Aguirre Rivero dopo che lui aveva mancato a  ben 4 riunioni già accordate.
Quasi 400 poliziotti hanno provato a sgomberare  gli studenti, che hanno risposto con pietre, razzi e molotov. Nonostante la procura dello stato abbia cercato di addossare la colpa degli spari ai poliziotti, le immagini trasmesse dai media sono eloquenti su l’uso dei fucili da parte dei poliziotti. Alla fine 2 studenti sono rimasti uccisi: Gabriel Echeverría de Jesús e Jorge Alexis Herrera. Altri 24 studenti sono stati arrestati e selvaggiamente picchiati.
 Anche  lo scrittore e giornalista Erik Escobedo Amador è stato arrestato e picchiato duramente, mentre osservava la feroce repressione conto gli studenti.Il giornalista ha raccontato che stava osservando gli scontri da l’interno di un negozio di riciclaggio di materiale plastico, quando la polizia ha fatto irruzione all’interno e senza permettere che si potesse identificare come giornalista lo hanno buttato a terra, percosso e ammanettato. Ha detto che la polizia s’è scagliata furiosamente anche su altre 10 persone, che hanno arrestato con lui, tra cui due minori e un’anziana. Il giornalista è stato interrogato e detenuto per un’ora nel commissariato.
Erano evidenti le percosse nel suo corpo. Il secondo giornalista arrestato e picchiato si chiama Sendic Estrada professore all’università autonoma del Guerrero e pubblicista del giornale La Jornada Guerrero. Stava documentando degli studenti uccisi, e mentre raggiungeva i cadaveri e riferiva al giornale è stato raggiunto dalla polizia che lo privato del cellulare e della macchina fotografica, picchiato e anche lui arrestato per alcune ore. La polizia gli ha reso la macchina fotografica con la memoria cancellata.
 Il CEPET (centro di giornalismo e etica pubblica) ha chiesto alla Commissione Interamericana per i Diritti Umani di  indagare sull’accaduto, poiché l’aggressione contro i giornalisti sia considerata un attacco al diritto dei cittadini di essere informati. Inoltre richiede in indagine profonda per cui questi fatti non restino impuniti e che sia garantita la sicurezza dei giornalisti picchiati e arrestati.
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